Factum Arte e Raffaello: Gli sperimentatori del Nuovo

di Giulia Tonci Russo

Ottobre 2019, Roma, Pantheon. Una squadra di Factum Arte digitalizza, attraverso metodi di scansione che non prevedono il contatto, la tomba di Raffaello. É solo l’inizio di un lavoro che durerà mesi: la rimaterializzazione del monumento priva delle sue aggiunte del XIX e del XX secolo per la mostra Raffaello delle Scuderie del Quirinale di Roma. La ricostruzione in 3D rappresenta l’inizio dell’esposizione, il suo punto di partenza. Partenza che purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria dettata dal Covid-19, si è rivelata “falsa”: la mostra infatti, come tutti gli eventi, è stata chiusa al pubblico a soli quattro giorni dalla sua apertura. “Questo anticlimax, dopo mesi di lavoro, è difficile da accettare” afferma Adam Lowe, artista inglese e direttore di Factum Arte.

La mostra è stata curata da Marzia Faietti e Matteo Lanfranconi, con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro e la supervisione di Sylvia Ferino-Pagden. Nonostante la chiusura fisica, Scuderie del Quirinale propone sul proprio sito una fruizione online dell’esibizione: oltre al video Una passeggiata in mostra dove diviene possibile una visione dell’esposizione nel suo insieme, lo spazio espositivo rende disponibili anche video-racconti, incursioni nel backstage e approfondimenti Oltre la mostra. Sui social, attraverso l’hashtag #RaffaelloOltreLaMostra, si accede inoltre al racconto dei curatori ed è possibile partecipare virtualmente agli incontri ospitati a palazzo Altemps precedenti all’apertura al pubblico dell’esposizione.

Factum Arte non è nuovo nel campo della riproduzione di opere: studio artistico attivo dal 2001 a Madrid, viene definito da Lowe una “fabbrica inefficiente”. Lo studio infatti produce copie di opere d’arte al fine conservativo: architetti, designer, conservatori, informatici, ingegneri e artisti lavorano fianco a fianco, in una sorta di “bottega rinascimentale” odierna.

Le riproduzioni di opere antiche l’hanno reso famoso nel settore fin dal 2002, quando la notizia della realizzazione del fac-simile della tomba di Thutmose III per il Museo Archeologico di Madrid fece il giro del mondo. In Italia lo studio è noto per la copia della caravaggina Natività con i santi Lorenzo e Francesco e dello Spasimo di Sicilia dello stesso Raffaello, entrambe scomparse dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Delle copie “d’autore” che restituiscono al grande pubblico opere altrimenti scomparse. Ed è proprio per questo che il lavoro di Factum Arte diventa interessante: è infatti innegabile che il nostro patrimonio artistico non è immortale e riprodurre opere antiche può diventare strategico e fondamentale per non perderle per sempre (la città di Palmira, in questo, è tristemente d’esempio). La tecnologia digitale avanzata di Factum Arte, oltre a riprodurre “fisicamente” le opere procede ad una documentazione digitale delle stesse che va ad arricchire gli archivi online di musei e istituzioni artistiche, rendendo possibili anche la ricontestualizzazione storico-artistica di opere conservate in luoghi diversi da quelli d’origine, come Le Nozze di Cana del Veronese, esposta al Louvre, riportate in fac-simile nel refettorio di San Giorgio Maggiore a Venezia. In un momento in cui il digitale è l’unico mezzo per la fruizione del settore artistico il lavoro e la missione di Factum Arte, e con esse la discussione su “originale o copia” e “digitale o reale”, diventa più che mai contemporanea.

“Qui è quel Raffaello da cui, finché visse, Madre Natura temette di essere superata da lui e, quando morì, temette di morire con lui” si legge nell’epitaffio dell’artista. Raffaello rappresentò il nuovo, colui che riprodusse la Natura e il mondo come nessun artista era riuscito a fare prima, colui che la copiò e “la superò” in bellezza. Oggi questo stesso ruolo viene ricoperto dalla tecnologia e, come Madre Natura, il mondo dell’arte ne è spaventato. É però la stessa tecnologia a neutralizzare gli effetti del suo più grande nemico, il tempo, rendendolo di fatto innocuo. Rimane quindi un unico nodo da sciogliere: riuscirà il settore culturale e artistico a rendersi conto dell’enorme potere di questo strumento prima che il Tempo faccia la sua mossa? Ai posteri l’ardua sentenza.

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