At The Edge of the Chaos, quando le mostre migrano sul web

di Antonio Soldi

Anche sulla base dell’affermazione di Andrea Ferrara (professore di cosmologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa) “I sistemi complessi sono situati tra ordine e disordine, o ai limiti del caos”, nasce l’idea di At the Edge of the Chaos; mostra curata dal Master di Arts Management di IED Firenze, che si  sviluppa esclusivamente online sul sito della Manifattura Tabacchi, dal 18 al 28 giugno 2020. Le opere, virtualmente esposte e selezionate da tredici artisti scelti dalle più importanti scuole d’arte fiorentine, sono da intendersi come la diretta continuazione dell’esposizione di Tomás Saraceno Aria, in corso alla Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze. At the Eedge of the Chaos è quindi l’ultimo capitolo  di un progetto più ampio, pensato e organizzato da Fondazione Palazzo Strozzi.

Fan Qingduo

Le opere, che spaziano dalla computergrafica, alle installazioni, alla fotografia, alla pittura, sono state ospitate online solo a seguito dell’emergenza Covid-19. Inizialmente il progetto infatti prevedeva di esporre i lavori negli spazi della Manifattura Tabacchi; luogo che, dal progetto di riqualificazione del 2017, si è ormai affermato come uno dei principali centri di sperimentazione artistica a livello regionale.

“L’arte ci può aiutare a vedere questa molteplicità di scale e fenomeni, a usare una lente multipla per mostrare che noi co-esistiamo e condividiamo lo spazio con esseri più che umani.”

Tomás Saraceno

Come si legge nella sezione dedicata sul sito manifatturatabacchi.com, la riflessione sulla complessità dell’esistente – e sulle conseguenze di una errata considerazione delle diverse relazioni (tra le persone, tra l’uomo e l’ambiente, tra l’ambiente fisico e quello virtuale ecc.) – è al centro del progetto curatoriale. L’intento dell’esposizione, almeno nella concezione dei curatori, è quello di indurre a una riflessione sul tema, centrale nei sistemi complessi come quello in cui viviamo, dell’interdipendenza e delle proprietà emergenti.

L’intero progetto si sviluppa attorno alla vertiginosa idea di vivere in uno stato di equilibrio, più precario di quanto non si possa pensare, al limite del caos o, forse più propriamente, sull’orlo del caos. Condizione, questa, che sarebbe perfettamente dimostrata dai cambiamenti causati dall’emergenza della Pandemia. L’uomo, con grande sforzo e spesso in modo inconsapevole, proverebbe a controllare le possibili variabili cercando, come si legge nella pagina introduttiva della mostra, di mantenere le redini dell’ordine.

Isaac Michael Ybarra – A New Road

Le molte differenze delle opere risultano, e forse ne saranno contenti i curatori, perfettamente coerentizzate dallo spazio virtuale in cui sono immesse. Va notato, infatti, come lo spazio della rete costituisca, almeno in questo caso, una struttura rigida e ordinata, in cui le opere sono ben inserite. Nonostante si tratti di lavori che, come gran parte delle più recenti produzioni artistiche (a dispetto di quanto spesso viene sostenuto da critici e curatori), sono in grado di vivere avulsi da qualsiasi contesto, dispiace non poterli vedere disposti nei suggestivi spazi della Manifattura   Tabacchi, in cui originariamente era stata progettata la mostra. E purtroppo a tratti si insinua il dubbio nello spettatore che la fruizione a distanza tramite il web penalizzi le opere, disinnescandole della loro carica, e rendendo l’esperienza un po’ algida.

Al di là delle sensazioni che possiamo ricavare, si nota come ogni cosa sia al suo posto e, esplorando il sito, si ha l’impressione che l’ordine sia stato mantenuto: lo scopo del progetto stesso sembra dunque essere stato ben raggiunto. Viene comunque da chiederci quale sia l’ordine delle cose, e si potrebbe mettere in discussione anche la stessa nostra concezione di ordine e caos. Se tutto l’universo spinge verso a una sempre maggiore entropia, come ci insegna la scienza, non potremmo considerare questa come la massima forma di ordine, che si tradurrebbe nella perfetta antitesi del principio ordinatore cosmico a cui l’arte aveva mirato per millenni ? Ecco uno spunto interessante su cui riflettere: quale sia la  funzione ultima, oggi, dell’arte. At the Edge of the Chaos prende in considerazione ed esplora quella zona d’ombra, ambigua e incerta, che separa il cosmos dal caos. L’arte diventa la porta che mette in comunicazione il caos e il suo contrario, come sembra suggerirci, non so quanto consapevolmente, la fantasmatica revolving door, Oasis, di Fan Qingduo.

Chen Yongzhe

Le opere in mostra sono di Baoyi Cao, Chen YongZhe, Claudia Vignale, Elisa del Taglia e Sassi Sara, Fan Qingduo, Gianmarco Rescigno, Isaac Michael Ybarra, Liu Xuan, Samuele Bartolini, Santiago Navarro, Teresa Bellandi, Yuan Libin, Zhang Manjie. Il team dei curatori è  composto da Anna Rebecca Fdz-Checa García, Arnagul Zhakudayeva, Erica Gatti, Gabriela V. Marton Szalay, Giusy Todaro, Hélène Ziegler, Juli von Glasow, Tu Junfu, Melissa Marie Toscanini Segale, Monica Hirano, Nannette Garcia Navas, Nathalie M. Barés Neuman, Tianqi Yi, Tjaša Ninić Per maggiori informazioni consultare il sito https://www.manifatturatabacchi.com/.

Samuele Bartolini

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