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Pellegrino '60

MARTINA FRANCA

di Valentina Langellotti – Università del Salento

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A sinistra la Basilica di San Martino in una foto di Angelo Ambrosini nella prima edizione (1960) di Pellegrino di Puglia. A destra la basilica oggi (Foto Langellotti, 2020).

Martina Franca è una piccola cittadina che sorge sulle propaggini meridionali delle Murge, al confine delle provincie di Taranto e Brindisi. La campagna di Martina Franca venne paragonata da Brandi ad un posto esotico: “ancora intatta, gremita, quasi un albero piegato di frutti, sfoggia le insegne d’una maternità inesauribile”[1]. Brandi rimase affascinato dalla ricchezza della campagna, “miracolosamente androgina e materna[2], curata nei minimi dettagli e cerchiata dai tipici muretti a secco presenti da secoli, gremita di trulli, che qui hanno rispecchiato il naturale evolversi della civiltà architettonica, che “da capanna neolitica diviene cupola”. Brandi visitò la cittadina per la prima volta negli anni 50’ e rimase estasiato come tutti quelli che si addentrano nella città.

Quando, infatti, si entra attraverso la porta di Santo Stefano, ci si trova subito in piazza Roma, dove si prospetta anche il Palazzo Ducale, esempio importante di Barocco-rococò ma, come nota Brandi, lo stile scelto non segue né Napoli né Lecce. Tutta la città, dalle abitazioni con le loro finestre e i portalini, alla facciata della Basilica di San Martino è rappresentazione del Barocco.

Scalone del Palazzo Ducale

Percorrendo Via Cavour si percepisce come Martina Franca sia un piccolo gioiello incastonato sulle murge, perché questa via è una delle più suggestive, piena di palazzi riccamente decorati “con curve e controcurve, conchigliette, sberleffi, senza una sosta e senza un minimo stento[3]. Caratteristica peculiare sia di Martina Franca che delle altre città vicine, come Locorotondo e Alberobello, è la presenza di tanti piccoli vicoli, in cui bisognerebbe perdersi per poterli scoprire tutti, divertendosi “come quanto si giocava a chiapparsi[4].

Palazzo Motolese

Se si parla, invece, delle vie principali che attraversano Martina Franca, esse si incontrano in Piazza Plebiscito dove ci si trova davanti alla facciata della Basilica Minore di San Martino che sovrasta sproporzionata tutti i palazzi della città, come notò Brandi.

Questa fu eretta su una preesistente chiesa in stile romanico; nel 1747 l’arciprete Chirulli ordinò il suo abbattimento per poi commissionare la costruzione della nuova chiesa da intitolare a San Martino di Tours. La progettazione fu affidata all’ingegnere Mariani, mentre l’apparato decorativo e la facciata furono affidati a Giuseppe Morgese e figli. L’edificio fu inaugurato nel 1775, mentre nel 1998 fu elevato a Basilica Minore da Papa Giovanni Paolo II e nel 2000 venne dichiarato Monumento della Pace UNESCO. [5]

La facciata è mossa, ma ancora più movimentato è il portale che rappresenta il Santo che divide il mantello con un mendicante di Amiens. Il Santo è rappresentato su un cavallo impennato per dare ancora più movimento, sottolineato dalla torsione del busto del Santo vestito con abiti militari. Intorno a lui e al mendicante vi sono putti e decorazioni, sulla facciata invece nicchie con statue. L’interno è costituito da un’unica navata a croce latina, con ai lati cappelle gentilizie con altari e opere d’arte di prestigio. Particolare è la decorazione delle cappelle perché a sinistra sono decorate da statue, mentre a destra sono ornate da dipinti.

Attualmente si può visitare la Basilica Minore senza dover pagare un biglietto, ovviamente sempre indossando la mascherina.

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Il portale della Basilica di San Martino. A sinistra in una foto di Enzo Crea per l’edizione del 1977 di Pellegrino di Puglia. A destra il portale oggi (Foto Langellotti, 2020).


[1] Cesare Brandi, Pellegrino di Puglia edizione 60’, pag. 74

[2] Ibidem, pag. 74

[3] Cesare Brandi, Pellegrino di Puglia edizione 60’, pag. 78

[4] Ibidem, pag. 78

[5] http://www.itriabarocco.net